Botanica parallela

Eccomi a parlarvi di un “erbario” molto speciale. Sebbene David Aliperti probabilmente non abbia mai pensato di creare un erbario nel senso tradizionale del termine, non credo si offenderà se lo inserisco in questa categoria, perché il suo lavoro evoca proprio quella magia fatta di natura e immaginazione.

David Aliperti è un artista e designer brasiliano che con le sue opere ridefinisce i confini tra natura, scultura e design contemporaneo. Formatosi al Fashion Institute of Technology di New York e con un master in Luxury Design all’Institut Français de la Mode di Parigi, ha lavorato con nomi prestigiosi come Louis Vuitton e Oscar de la Renta, portando la sua sensibilità creativa nel mondo del lusso.

Ho scoperto il suo lavoro grazie al programma di Alcova, durante la Fiera del Mobile di quest’anno a Milano. Purtroppo non ho potuto vedere dal vivo l’installazione di Aliperti perchè gli eventi da Alcova sono sempre sold-out, quel titolo però, Mother Tree, ha acceso subito la mia curiosità e mi ha spinta a cercare il suo lavoro, che ho subito amato.

Nelle sue sculture botaniche, realizzate con argilla schiumosa colorata, Aliperti crea paesaggi immaginari ed immaginati, ecosistemi fantastici, sospesi tra sogno e realtà. Queste opere oniriche mi hanno riportato alla mente La botanica parallela di Leo Lionni, in cui la scienza botanica viene riscritta con un linguaggio poetico e immaginario. Lionni, noto per i suoi libri per bambini e per il suo approccio creativo alla natura, dà vita a piante immaginarie, protagoniste di narrazioni alternative che si intrecciano con la scienza ufficiale. Con il suo lavoro, Lionni crea un dialogo fra ossessione e osservazione naturalistica e fantasia libera, invitandoci a guardare il mondo vegetale con occhi più aperti, sensibili e meno meccanici.

Nel lavoro di Aliperti, questo richiamo alla botanica parallela si manifesta in modo potente:
le sue sculture organiche e biomorfiche sembrano germogliare da materiali sintetici, sfidando con audacia il confine tra natura e design.

Opere come la serie Mother Tree non sono solo un omaggio alla natura, ma un invito a riflettere sulle connessioni profonde tra gli esseri viventi, la fragilità degli ecosistemi e l’incessante ciclicità della vita.
David utilizza materiali e tecniche che sfidano la solidità della materia, creando forme fluide e vibranti che sembrano provenire da un altrove senza tempo, dove il naturale e il fantastico si fondono armoniosamente.

La presentazione di Aliperti è stata realizzata in collaborazione con SoMad.NYC, durante il suo periodo come artista in residenza presso l'organizzazione. Le sculture sono state accompagnate da fotografie dell'artista taiwanese Yi Hsuan Lai, che ha creato immagini surreali che immergono le opere in paesaggi immaginari, documentando il processo creativo di Aliperti.

Dietro questi micro mondi si delinea una persona generosa e gentile. La sua disponibilità nei miei confronti è stata totale, e lo ringrazio di cuore per aver condiviso con me il suo lavoro e i suoi pensieri. Nonostante non abbia ancora avuto il piacere di incontrare David di persona, cosa che spero davvero accada, queste dodici domande non bastano a esplorare appieno la profondità del suo pensiero, ma riescono ad aprire la porta a riflessioni importanti sull’arte, sull’umano e su ciò che abita la mente creativa.

David parla sia italiano che inglese, e quando gli ho chiesto in quale lingua preferisse essere intervistato,
ha scelto l’italiano. Ho trovato questo gesto incredibilmente generoso: un modo di avvicinarsi all’altro, di tentare di comunicare nella sua lingua, ha usato con me la stessa cura e attenzione che mette nella sua arte e nelle sue riflessioni.


INTERVISTA A DAVID ALIPERTI

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INTERVISTA A DAVID ALIPERTI 〰️


Ciao David, 
Benvenuto a TALEA.
Grazie per essere venuto a passeggio nel bosco con noi

1) Per chi ancora non ti conosce, ti va di raccontarci chi sei e qual è il tuo percorso?
Mi chiamo David Aliperti, e sto ancora cercando di capire quale sia il mio percorso. Da bambino volevo diventare scrittore, ma ho presto capito che scrivere mi causava molta ansietà. Poi ho voluto fare l’artista, ma da adolescente mio padre mi ha scoraggiato dal seguire questo, così sono diventato designer. Dopo 17 anni come designer, ho iniziato a fare il mio lavoro artistico per hobby, e dopo quasi un decennio questo hobby è stato scoperto da gli altri—ora sto rientrando nella vita delle persone come artista. Quindi, come molti di noi, sono qualcuno che esiste in quello spazio astratto tra tante cose.

2) Le tue creazioni sembrano raccontare storie senza parole. Qual è il ruolo della narrazione visiva nel tuo processo artistico?
Credo che ci sia una forma di universalità nella memoria e nell’emozione— apparteniamo tutti d’una storia condivisa.

3) In che modo la memoria e l'identità influenzano le tue scelte artistiche e i temi che esplori nelle tue sculture?
Quando creo, cerco di liberare la mente dal rumore dell’essere una persona. Credo che si trovino le cose proprio quando le si perde. Per me realizzare le mie sculture è un modo di meditare, una sorta di preghiera.

4) La natura appare frequentemente nelle tue opere. Cosa rappresenta per te la connessione tra l'uomo e l'ambiente naturale?
È successo per caso. Ero aperto a lasciare che il mio lavoro mi portasse ovunque, e mi ha portato verso la natura. Probabilmente perché sono cresciuto nella Foresta Atlantica. Penso che, come specie, portiamo con noi l’idea che siamo opposti alla natura, che essa sia una risorsa o una forza a noi adiacente. Ma secondo me esistiamo dentro la natura. Siamo molto più piccoli della nostra arroganza.

5) Utilizzi materiali diversi nelle tue sculture. Come scegli i materiali e quale significato attribuisci a ciascuno di essi?
Mi piace usare lo stesso materiale per lunghi periodi di tempo. Credo sia importante per un artista sentire intimità con il proprio mezzo, capire come funziona e quanto può essere spinto oltre.

6) Le tue opere invitano lo spettatore a un'esperienza sensoriale. Come pensi che l'interazione fisica con l'opera influenzi la percezione dell'arte?
Viviamo in un mondo digitale. Mi rendo sempre più conto che le immagini bidimensionali del mio lavoro, presenti online, raggiungeranno più persone dell’opera stessa. La mia esistenza come artista non sopravvive a quel viaggio; la storia dietro all’opera viene cancellata, e lo spettatore è libero di creare la propria narrazione. Ed è proprio questo ad essere bellissimo. Siamo tutti riflessi gli uni degli altri.

7) Hai mai avuto esperienze in cui il pubblico ha interpretato le tue opere in modi inaspettati? Come reagisci a queste interpretazioni?
Cerco sempre di essere il più presente e accessibile possibile durante le mie mostre, spero non in modo intimidatorio per chi visita. Ma amo sentire cosa hanno da dire le persone. Imparo sempre qualcosa. Credo che ci vediamo attraverso gli occhi degli altri. Alcuni mi raccontano come si sono sentiti davanti al mio lavoro, di un libro letto o di un film visto che li ha colpiti abbastanza da far emergere quella memoria nella conversazione; altri mi dicono cosa avrebbero fatto diversamente. Le persone mi commuovono sempre.

8) Come vedi l'evoluzione del tuo lavoro nel futuro? Ci sono nuovi temi o tecniche che desideri esplorare?
Mi è difficile vedere il futuro perché sono ancora nel presente. Ho avuto alcune grandi idee, ma mi hanno sopraffatto, e torno sempre alla stessa domanda: qual è lo scopo del mio lavoro nella mia vita? E come posso trovare un equilibrio per proteggere me stesso, il mio lavoro, e qualsiasi messaggio desideri manifestarsi attraverso di esso?

9) L'uso di materiali naturali nelle tue opere implica una certa attenzione alla sostenibilità. Come gestisci questo aspetto nel tuo processo creativo?
Una volta ho sentito dire che il valore è una costruzione sociale, che la società decide e concorda collettivamente il valore delle cose. I diamanti costano più del legno, ma nell’universo conosciuto il legno è infinitamente più raro dei diamanti. Si pensa che su Nettuno piovano diamanti. Il punto è che il valore è qualcosa che si trova, non è predefinito. E io sono mosso dalla bellezza delle cose che gli altri trascurano, nel creare un senso di valore attraverso connessioni emotive.

10) Cosa ti auguri che il tuo lavoro trasmetta a chi lo osserva?
Un senso di appartenenza, sicurezza, amore e curiosità.

11) Stai lavorando a qualcosa di nuovo in questo momento? Puoi anticiparci qualcosa?
In questo momento sono concentrato sul trasferimento in Europa con mio marito. Sto realizzando dei piccoli componenti che forse faranno parte di opere future, forse no. Appena avrò una nuova casa, spero di creare nuovi lavori.

12) Prima di salutarti, vuoi consigliarci una lettura, artisti, scrittori o figure che ispirano il tuo immaginario e il tuo processo creativo?
un anime che si chiama Mushi-shi, ispirato all’omonimo manga creato da Yuki Urushibara, che amo profondamente.


Grazie infinite a David per averci accompagnato nel bosco,
Se volete invece approfondire lo trovate qui:
instagram David Aliperti

Non è ancora chiaro se la pianta nella sua dicotomia artificio/natura, esprima l’influenza della natura sull’arte oppure quella dell’arte sulla natura
— Botanica Parallela, Leo Lionni
 

©David Aliperti

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©David Aliperti

©David Aliperti

Sara Stefanini

Illustratrice e graphic designer

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